TUTTI GLI
EVENTI SONO AD INGRESSO GRATUITO
fatta
eccezione degli spettacoli inseriti nella rassegna teatrale "LA
FABBRICA DELLE IDEE".
Per
ricevere informazioni sugli eventi:
vocierranti@gmail.com
328.6748151
21MAG –
FOSSANO
ore 18 -
Chiesa Santa Chiara - fino al 4 giugno
mostra
fotografica "SILENZI" di Rocco Agostino e Andrea Burzio
ore 21 -
Sala Biblioteca Comunale
"Il
viaggio"
Lezione
aperta del Prof. Roberto Beneduce (docente di etnopsichiatria -
UNITO)
ore 22 -
Cortile del Castello d’Acaja
performance teatrale a cura di INTRONAUTI+FUORIPERCASO
30MAG –
SAVIGLIANO
ore 21 -
Cinema Aurora
Proiezione del film "La seconda ombra"
regia di
Silvano Agosti
a seguire
intervento del dott.Carlo Gerbaldo
(che lavorò a fianco del dott.
Franco Basaglia ascota intervento in audio wma
scarica
intervento in mp3
31MAG –
SAVIGLIANO
ore 10 -
Cinema Aurora
"Follia
a teatro o teatro della follia?" - convegno
dott.
Mario Novello (Dirigente DSM - Udine)
prof.
Alessandro Pontremoli (docente di teatro sociale - UNITO)
dott.
Alessandra Rossi Ghiglione (Master in teatro sociale - UNITO)
Enzo Toma
(attore e regista teatrale - Bari)
ore 21 -
Teatro Milanollo
Performance teatrale "dritto negli occhi"
esercizi
di verità attraverso parole e movimento
diretto
da Alessandro Berti e Michela Lucenti
con gli
attori della scuola teatrale saviglianese "Sorelle Milanollo"
6GIU –
RACCONIGI
ore 18 -
Parco ex Ospedale Psichiatrico
"Viola
cronache dal manicomio negato" - mostra fotografica che documenta i
momenti forti della riforma di Franco Basaglia, un'epopea che ha
avuto il suo corso in un periodo storico particolare e
particolarmente adatto a comprendere la proposta di una società
senza manicomi.
di
Claudio Ernè (giornalista de IL PICCOLO - Trieste)
durante
l'inaugurazione, l’autore presenterà il libro fotografico che
raccoglie l'esposizione.
Ore 20.30
L’esperienza di "montagnaterapia" - mostra e presentazione attività
in
collaborazione con DSM Cuneo, Fossano, Ceva e Racconigi
ore 21.30
Spettacolo teatrale "L’acerba e amara mia passione" - Progetto
Cantoregi
Prima
produzione inserita nel cartellone della rassegna "LA FABBRICA DELLE
IDDE"
Scritto
da Giovanni Bonavia e diretto da Vincenzo Gamna.
6/7GIU –
RACCONIGI
ore 10 -
Parco dell’ex Ospedale Psichiatrico
"Portami
giù quello che canta" - percorso di letture
11GIU –
RACCONIGI
ore 18-
chiesa San Giovanni Decollato
"Rendere
visibile il dolore"
lezione
aperta del prof. Marco Vozza (docente di Estetica - UNITO)
ore 19 -
chiesa San Giovanni Decollato fino al 2 luglio
"Risorse
vitali" - esposizione a cura di "Sensibili alle Foglie"
Linguaggi
esspressivi prodotti in alcuni manicomi e Ospedali Giudiziari
d'Italia
2LUG –
SALUZZO
ore 15 -
Ex Palazzo Comunale
"Esperienza detentiva e salute mentale"
lezione
aperta del prof. Paolo Francesco Peloso (DSM ASL3 - Genova)
ore 17 -
Casa di Reclusione "Rodolfo Morandi"
Spettacolo teatrale "hapax" prodotto da Voci Erranti e Progetto
Cantoregi
Spettacolo che chiude la rassegna "LA FABBRICA DELLE IDEE"
scritto
da Grazia Isoardi e Fabio Ferrero – diretto da Koji Miyazaki
A trent’ anni dalla legge 180
Da una riflessione di Andrea Mazzoleni
(socioterapeuta e giornalista)
La legge 180 in
Italia ha rappresentato il punto di arrivo di un processo importante
e di ampio respiro, medico e culturale. Rappresentava l'espressione
del lavoro di Basaglia che si era concretizzato nel ristabilire la
centralità della persona anzichè dell'istituzione. Basaglia pensava
l'istituzione in funzione delle persone a cui offriva un servizio,
in anni in cui la norma era il contrario. Il suo lavoro ha
rappresentato sicuramente l'evento più importante per una riforma
della sanità pubblica e prima ancora per un profondo cambiamento
culturale, un cambiamento dell'immaginario collettivo volto a
promuovere la sanità come diritto della persona e la salute, come
valore positivo, all'interno di un discorso da estendere dalla
psichiatria a tutta la medicina.
Si trattava, in
un certo senso, di un'operazione utopica e perciò sarebbe errato
considerare la chiusura dei manicomi come il risultato maggiore
dell'opera e delle intenzioni di Basaglia. Il vero obiettivo era una
rivisitazione dei rapporti sociali a partire dalla clinica
psichiatrica, proprio quella clinica che a suo tempo era nata per
tutelare la cattiva coscienza della società stessa.
La società, per
garantire la sua quiete e i rapporti di potere in essa vigenti, non
aveva trovato di meglio che incaricare la medicina di fornire le
giustificazioni scientifiche che rendessero ovvia e da tutti
condivisa la reclusione dei folli entro mura ben cinte. Per rendere
il suo servizio, la clinica ridusse la follia a malattia che, per
essere curata, deve essere sottratta al mondo in cui essa ha origine
che è poi il mondo della vita.
In questi anni,
nonostante l'impegno e il buon lavoro di alcuni dipartimenti, in
molti altri casi, l'eccessiva attenzione ad aspetti economici e
politici ha causato un ripiegamento della psichiatria su se stessa
in complicità con la generale perdita di visibilità della questione
(disinteresse dell'opinione pubblica, politica, mezzi di
comunicazione). Le preoccupazioni sembrano solo concentrarsi
essenzialmente sugli aspetti tecnici ed amministrativi, si discute
degli equilibri fra pubblico e privato, del fabbisogno di posti
letto, della dotazione di personale, ma gli aspetti concettuali di
fondo spesso non suscitano alcun dibattito.
Sembra quasi che la copertura della Legge sia diventata un comodo
paravento per molti dipartimenti per l'inattività concettuale,
mentre la psichiatria non dovrebbe mai trovare soluzioni definitive,
ma rivedere continuamente i suoi presupposti, i suoi rapporti con il
mondo sociale, il suo concreto modo di operare.
Come afferma
B. Saraceno, Direttore
del Dipartimento Salute Mentale dell'OMS, imperativo diventa allora,
per la psichiatria e per la politica, occuparsi anche
dell'adattamento reciproco fra la società "produttiva normale" e le
vecchie e nuove patologie sociali con cui ci confrontiamo.
Non bisogna dimenticare il profondo enigma della soggettività
recuperando il senso profondo della vita e migliorando la qualità
dello stare al mondo di ogni singola persona, pur di fronte alla
sofferenza di esistere.
Si sta bene, se il vivere ha senso e, se si è.
Da La Repubblica del 2004- Marco
Lodoli
.
(Giornalista e insegnante)
"Professore, ma non ha capito che
oggi solo pochissimi possono permettersi di avere una personalità? I
cantanti, i calciatori, le attrici, la gente che sta in televisione,
loro esistono veramente e fanno quello che vogliono, ma tutti gli
altri non sono niente e non saranno mai niente. Io l'ho capito fin
da quando ero piccola così. La nostra sarà una vita inutile. Mi
fanno ridere le mie amiche che discutono se nella loro comitiva è
meglio quel ragazzo moro o quell'altro biondo. Non cambia niente,
sono due nullità identiche. Noi possiamo solo comprarci delle
mutande uguali a quelle di tutti gli altri, non abbiamo nessuna
speranza di distinguerci. Noi siamo la massa informe".
A quindici anni ci si può già sentire falliti, parte di un
continente sommerso che mai vedrà la luce, puri consumatori di merci
perché non c'è alcuna possibilità di essere protagonisti almeno
della propria vita.Questa è la sottocultura che è stata diffusa
nelle infinite zone depresse del nostro paese, un crimine contro
l'umanità più debole ideato e attuato negli ultimi vent'anni.
Da Umberto Galimberti, Filosofo,
Psicanalista e insegnante universitario- L'ospite inquietante, il
nichilismo ed i giovani.
Quando il disagio non è del singolo
individuo, ma l'individuo è solo la vittima di una diffusa mancanza
di prospettive e di progetti, se non addirittura di sensi e di
legami affettivi, come accade nella nostra cultura, è ovvio che
risultano inefficaci le cure farmacologiche cui oggi si ricorre fin
dalla prima infanzia o quelle psicoterapiche che curano le
sofferenze che originano nel singolo individuo. E questo perchè se
l'uomo, come dice Goethe, è un essere volto alla costruzione di
senso, nel deserto dell'insensatezza che l'atmosfera nichilista del
nostro tempo diffonde, il disagio non è più psicologico ma
culturale. E allora è sulla cultura collettiva e non sulla
sofferenza individuale che bisogna agire, perchè questa sofferenza
non è la causa ma la conseguenza di una implosione culturale di cui
i giovani, parcheggiati nelle scuole, nelle università, nel
precariato, sono le vittime“
Come associazione
non possiamo non denunciare il grave stato di ingiustizia che si è
instaurato nei rapporti sociali. Lo stato di diritto è violato, nel
lavoro, nell’ istruzione, nel sistema fiscale, nel diritto alla
salute, in quello previdenziale e giudiziario. Nella informazione,
e nel considerare il diverso solo un pericolo. “ Citiamo solo ad
esempio: pensioni e stipendi da fame”. I nostri politici sono
incapaci di ascoltare, non hanno le parole e rubano le parole al
mondo della sofferenza. La politica non è più un servizio ma, un
affare, meglio un grande affare che genera sofferenza. La nostra
bella COSTITUZIONE è tradita dall’ istituzione che dovrebbe esserne
il garante. E’ ora di pensare seriamente che questa cultura, meglio
dire sottocultura non è l’ unica cultura come vogliono farci
credere.
UMBERTO
RONDI. A domanda risponde.
Autore di programmi rai sat.
Che cosa è stato “il dopo Basaglia.”?
Esattamente quello che è un set
quando si sono spente le luci. Sparita la luce Basaglia il set della
psichiatria è altrettanto malinconico di qualsiasi set quando
vengono spente le luci. Per questo io uso il sole, perché il sole
non si può spegnere, allora il mio set rimane sempre illuminato.’’
Quindi diciamo
l’evoluzione dell’idea di Basaglia a che punto è arrivata.?
“E’ molto meglio accorgersi che questa società è contro l’essere
umano e cercare di costruire un’altra società dove il pensiero di
Basaglia sia non solo normale ma ovvio .’’
Vogliamo
pensare in positivo,
nel nostro dipartimento nel tempo, si è lavorato bene, ma oggi è
necessario spingere al massimo i reostati della luce Basaglia, non
mancano le persone capaci di tenere alta questa luce, perché il
rischio di un ritorno al passato è reale. L'associazione
rinnova il suo impegno per una collaborazione critica e costruttiva.
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